John Keats e la Negative Capability

“Negative Capability, that is, when a man is capable of being in uncertainties, mysteries, doubts, without any irritable reaching after fact and reason. […]  with a great poet the sense of Beauty overcomes every other consideration, or rather obliterates all consideration.” (lettera ai fratelli del 21dicembre 1817)

Di solito, questa “teoria” di Keats viene liquidata con un’alzata di spalle, o poco più: il poeta, e il poeta romantico soprattutto, non ha un’epistemologia; non cerca la verità scientifica o filosofica. Non affronta i problemi per risolverli, ma per esplorarli; anzi, per l’artista che alcuni problemi non ammettano soluzione è meglio.

Sulla stessa linea di pensiero è la teoria della Mansion of many apartments che Keats formulò qualche mese più tardi in una lettera a John Hamilton Reynolds (18 maggio 1818):

I compare human life to a large Mansion of Many Apartments, two of which I can only describe, the doors the rest being as yet shut upon me – The first we step into we call the infant or thoughtless Chamber, in which we remain as long as we do not think – We remain there a long while, and notwithstanding the doors of the second Chamber remain wide open, showing a bright appearance, we care not to hasten to it; but are at length imperceptibly impelled by awakening of the thinking principle – within us – we no sooner get into the second Chamber, which I shall call the Chamber of Maiden-Thought, than we become intoxicated with the light and the atmosphere, we see nothing but pleasant wonders, and think of delaying there for ever in delight.

La capacità negativa è apparentata con il concetto heideggeriano di Gelassenheit. Nella sua conferenza sull’Abbandono, Heidegger adopera il termine Gelassenheit, che, come spesso accade nell’ultima fase del suo pensiero, pone significativi problemi di traduzione. Il richiamo è a un atteggiamento speculativo di fronte alla realtà, che consiste in un raccoglimento (cui allude il prefisso tedesco ge-), che lascia-essere (lassen, come verbo, indica appunto l’atteggiamento del lasciare, come l’inglese to let) le cose così come sono, senza intervenire. È un atteggiamento etico, oltre che epistemologico, che implica:

  • l’abbandono alle cose, che consiste in un atteggiamento di pensiero che, rifiutando il pensiero calcolante proprio della tecnica, ri-medita il senso profondo della relazione fra l’uomo e l’ente, fino a cogliere quel senso che nel mondo della tecnica si cela, che è la verità dell’essere (considerata come aletheia, cioè come verità celata, ri-velazione).
  • l’apertura al mistero, che consiste nel mantenersi aperti, mediante questa meditazione sulla tecnica, alla possibilità di una nuova manifestazione della verità dell’essere. (adattato da Wikipedia)

2 Risposte to “John Keats e la Negative Capability”

  1. Shields – Reality Hunger « Sbagliando s’impera Says:

    […] Negative capability: capable of being in uncertainties, mysteries, doubts, without any irritable reaching after fact […]

  2. Roma: anche il Festival delle scienze è farlocco | Sbagliando s'impera Says:

    […] così marchiano (il riferimento al tema della negative capability nel poeta John Keat, scritto così, senza la s finale: e dire che è morto e sepolto qui a Roma!) […]


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